L’estetica della funzionalità nella fotografia di cucina: la separazione delle cotture

Queste sono le immagini scelte, stampate su carta cotone fine art per la mostra di fotografia esposta durante l’Expo di Milano all’Expo Gate di Largo Cairoli. La mostra dal titolo “La separazione delle cotture” è composta da 36 immagini, di cui 24 di piccole dimensioni 20×30 a comporre 12 ricette complete e 12 invece più grandi 50×70 scelte tra le immagini più ecocative. Quello che era il manuale della scuola di cucina era in origine il catalogo della mostra, editato dall’autore.

Il progetto editoriale del libro di cucina è stato successivamente acquistato dall’editore Hoepli e editato nuovamente con il titolo di “Cucina Elementare – La separazoipne delle cotture”

Nel preparare le immagini del manuale della mia scuola di cucina di Milano,

ho capito quanto sia il cibo possa essere bello, più che nella sua singola rappresentazione, nel suo utilizzo quotidiano in cucina. L’apparente disordine  durante la preparazione di una ricetta è ricco di spunti, di contrasti di colore e di materie, forme perfette dovute alla sezione aurea intrinseca alle materie animate, assieme alle forme perfette di strumenti evoluti e selezionati attraverso il loro utilizzo e nel tempo. 

I materiali di cui sono fatti gli strumenti di cottura sono materilali per molti di noi considerati quasi antichi, a volte in disusso, ma sono realmente quelli che utilizzo in cucina, sia a casa sia a scuola, per la loro perfezione tecnica (ed estetica) insuperata. A ogni materia la sua cottura è il tema del libro, per fare si che tutte le materie di una ricetta siano cotte nei tempi più giusti e attraverso le tecniche migliori. Ciascuna materia cotta nello strumento più consono dovrei aggiungere.  A ogni cottura la sua padella. Pentole che risaltano in questi scatti non per una scelta di stile un po’ retrò, ma per la loro funzionalità insuperata proprio grazie ai materiali che le compongono. 

La tendenza all’uniformare, alla monopentola, o al mono coltello, risponde più a delle logiche di marcheting, oggetti che perdono completamente la loro bellezza, oltre alla loro funzionalità, perdita dei materiali e del loro utilizzo, perdita della conoscenza della loro funzionalità. Oggetti che devono la loro bellezza ad un’evoluzione fortissima e belli proprio grazie alla loro funzione. Funzionalità come valore estetico.

Non ho mai amato la fotografia di cucina e ho cercato per questo progetto un linguaggio diverso, che esulasse dal classico still life del piatto finito e riuscisse a dare una visione completa del piatto o delle preparazioni che lo compongono, senza scadere nelle immaingi passo, passo delle ricette per passaggi.

Nel fotografare questo progetto e nello scrivere il libro, nel cercare di trasmettere quelle che sono le basi di una linea di ristorazione, in cui delle preparazioni pronte neutre, vengono unite per ultimare in breve tempo piatti da somministrare, seguendo quindi una trasversalità tra le diverse preparazioni dei piatti e non la verticlita di un singola ricetta, modalità più normale in una cucina casalinga. 

Ridurre un piatto nelle sue basi essenziali permette, oltre che di fotografare i singoli passaggi per blocchi funzionali, di scomporre diversi piatti per vedere quanto se pur differenti possano avere delle basi comuni. È scontato che due risotti abbiano la stessa base di riso, ma è meo scontato che la connotazione di un risotto con un raadicchio saltato, possa essere atttraverso lo stesso radicchio saltato anche la connotazione di un pesce sfilettato attraverso il suo fumetto.

In generale le immagini della trasfomazione della materia prima sono molto più sceniche delle immagini delle cotture successive nella finalizzazione del piatto. La materia cruda che viene cotta è quasi sempre più bella dell’elaborazione successiva.
Colori sfavillanti in contrasto ai colori meno intensi delle materie cotte. Immagini funzionali che a volte nello scattare danno la sensazione di aver creato involontariamente, se non nella sua funzionalità, delle composizioni di colori molto intense, quasi astratte, al di la del loro significato più stretto.